giovedì 27 novembre 2008

La mia intervista a Massimo Moratti



Il match clou della 13esima giornata di serie A è il derby d’Italia Inter-Juventus di scena sabato sera. Tante le attese, soprattutto da parte nerazzurra. Quando il presidente Moratti è sbarcato con la sua dirigenza all’auditorium Conciliazione per presentare il documentario di Salvatores, c’era la voglia di sapere dal numero uno di via Durini la sua attesa per questa partitissima. Lui però ha dribblato tutti: “Niente domande sulla partita, non si parla mai prima. Si parla sempre dopo”. Noi lo abbiamo intervistato, e mentre parla di un ipotetico Ibrahimovic attore si lascia sfuggire: “Mi auguro sia un cavaliere che vince il suo duello”. A quale battaglia poteva riferirsi se non a Inter-Juventus.

Come nasce l’impegno dell’Inter nel sociale?
“Non volevo che i bambini si staccassero dalle famiglie per venire a giocare all’Inter. Da qui nasce la scuola calcio in Italia. Successivamente è nata la voglia di uscire fuori ed aiutare i disagiati. Siamo andati nelle favelas, dopo la guerra in Kosovo e poi non ci siamo più fermati perché ti accorgi che c’è la necessità di fare qualcosa”.

Tra gli obiettivi di Inter Campus, c’è anche la volontà di scoprire nuovi talenti in grado di vestire un giorno la maglia dell’Inter?
“Lo spero, perché il loro sogno è quello di diventare dei campioni, però non è questo il nostro obiettivo, quello si raggiunge con le scuole calcio. Mi auguro comunque per loro, perché può essere un incentivo maggiore per essere felici, che qualcuno possa anche riuscirci”.

Gabriele Salvatores, vede Ibrahimovic nella parte di un cavaliere. Lei?
“Anche io lo vedo nella parte di un cavaliere ma che vince il suo duello. Spero anche io. E’ un ragazzo molto simpatico molto vicino anche a questo tipo di iniziative”.


Giovanni Mirenna
Riprese: Antonio Selvarolo
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La mia intervista a Gabriele Salvatores



L’Inter sbarca a Roma e lo fa, oltre che con il suo presidente Massimo Moratti, con un grande regista del cinema italiano: Gabriele Salvatores. L’occasione è la presentazione, presso l’auditorium Conciliazione, del documentario “Petitas historias das crianças”, un viaggio nel mondo di Inter Campus. Dal 1997 la società di via Durini dedica un impegno serio, efficace e silenzioso a quasi 10mila bambini che ogni anno vestono la maglia nerazzurra nel mondo. Giusto, allora, fare quattro chiacchiere con Gabriele Salvatores.

Com’è stato il suo viaggio all’interno di Inter Campus?
“E’ stato un viaggio importante, non ho figli e ogni volta che mi trovo a lavorare con e per i ragazzi scopro quanto di grande hanno da dirci. La cosa che mi ha colpito di più è il bisogno di appartenere ad un progetto. La grande idea di Inter Campus è fornire un’immagine del futuro che ti faccia venire la voglia di crescere”.

Nel suo documentario emergono delle diversità tra le culture differenti. Secondo lei un pallone, un campo di calcio e una maglietta dell’Inter possono abbattere queste divergenze?
“Sono contento da interista che sia una maglia nerazzurra, ma potrebbe essere anche di un altro colore. Indossare una maglietta di una squadra conosciuta come l’Inter fa sentire a questi ragazzi qualcosa di più. Grazie a quello, li si porta via dalla strada. Purtroppo non abbiamo potuto girare per motivi di sicurezza ma abbiamo visto palestinesi ed Israeliani giocare insieme a calcio. Quindi il pallone riesce ad unire”.

Guardando il volto di questi bambini, viene fuori la voglia di questi piccoli di poter dire: “io ce la posso fare”. Si può riassumere con il titolo di un suo film: “Io non ho paura”?
“Magari, questa è una frase importante, idea di Niccolò Ammaniti. La paura è sempre stata usata da chi ha il potere per tenerti sotto, invece bisogna riuscire a tenerla alta e dire non ho paura. Una volta una bambina mi ha regalato una giraffa, io le ho chiesto il perché, lei mi ha risposto: “così ci ricordiamo di tenere alta la testa”.

Se Ibrahimovic fosse un suo attore che parte gli darebbe?
“Fisicamente è molto prestante, lo vedo bene nella parte di un cavaliere. Mi piacerebbe fare un film sui cavalieri di quelli a cavallo con le armature. Lui sarebbe fantastico con quei capelli lunghi. Bisognerebbe capire che tipo di elmo mettere e che gambali, visto il 46. E’ una bellissima faccia e si sentono dentro di lui le culture diverse che si uniscono“.

IL DOCUMENTARIO - Con “Petitas historias das crianças” Gabriele Salvatores, insieme con Guido Lazzarini, Fabio Scamoni e l’ausilio della Red House produzioni, ha voluto trasmettere la vita all’interno degli Inter Campus. Una realtà ricca di sensazioni, sentimenti e storie di piccola quotidianità ma di grande riscatto. In un mosaico di ambienti, luoghi e persone il regista napoletano racconta le storie di vita attraverso i volti dei bambini. Si spazia senza alcuna premessa da Rio de Janeiro a Sarajevo, dal Camerun alla Romania fino all’Iran al Giappone e alla Cina. Sembra quasi che questi piccoli ragazzi vivano nello stesso quartiere e giochino nel medesimo campetto di calcio. Gli occhi dei protagonisti colpiscono senza scampo lo spettatore. Sguardi che nonostante la piccola età trasmettono una enorme maturità acquisita nel convivere tutti i giorni con povertà e disagio.

LA SERATA ROMANA - Un appuntamento di gala all’insegna di Inter Campus, una festa come l’ha più volte battezzata Moratti per far conoscere l’esperienza ricchissima di storie di vita, maturata in anni di lavoro portato avanti a volte in condizioni quasi proibitive, con molta determinazione e coraggio, recuperando al calcio e quindi al gioco, bambini di realtà diverse. Tra stuzzichini vari e fiumi di champagne era facile imbattersi nell’incontro di volti conosciuti di fede interista come Armando Cossutta, il tifosissimo Enrico Mentana, Maurizio Mannoni, Gianni Riotta, Roberto Zaccaria e Anna Brosio. L’imbucato però si trova sempre, comunque illustre: il milanista Gianni Rivera.

Giovanni Mirenna

Riprese: Antonio Selvarolo

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Ettore, il mio cane




Una delle cose che ha cambiato la mia vita in questi ultimi mesi è senza dubbio Ettore. Un cagnolino che mi dà tante soddisfazioni. Devo ammettere che è anche un po' monello e indisciplinato ma a volte sa essere così tenero da farti dimenticare tutte le cose che combina.

Il ritorno!!!

Caro blog, lo so, ti ho trascurato parecchio!!! Ma che ci vuoi fare troppi cambiamenti, la casa nuova il cane e la vita privata...Ma non è mai troppo tardi per ricominciare a scrivere.