lunedì 18 febbraio 2008

Habemus Papam


Roma- 19 aprile 2005- Ore 12,45 la fumata del comignolo della Cappella Sistina è ancora nera, la terza votazione ha dato esito negativo, il mondo non ha ancora il suo Papa. Tutti pensano che ci vorrà ancora del tempo per eleggere il successore di Giovanni Paolo II, ma io e Antonio non ci crediamo. Qualcosa nel cuore ci dice che oggi è il giorno giusto. Decidiamo così di recarci nel pomeriggio in Vaticano per assistere alla seconda fumata della giornata. Sono le 17,45 quando usciamo dal tram, appena scesi vediamo tanta gente che come noi, con passo lento si appresta a raggiungere piazza San Pietro. Arrivati all’imbocco di via Ottaviano, la tranquillità diventa caos, improvvisamente tutti cominciano inspiegabilmente a correre. Con Antonio è bastato uno sguardo e con una complicità soprannaturale, corriamo verso il colonnato. Nella corsa riesco pure a telefonare ad Angelica, e chiederle che cosa fosse successo, lei mi risponde:" la fumata è bianca hanno fatto il Papa!!". Riattacco e continuo a correre, e dopo aver letteralmente saltato una transenna, riesco a raggiungere una piazza già gremita di persone. L’emozione è grande, dal comignolo fuoriesce fumo bianco, almeno sembra, la gente già esulta, anche Antonio, io non ne sono sicuro, sono le 17, 50. Alle 18,05 la conferma. Come da copione le campane di San Pietro suonano a festa, il mondo ha il suo nuovo Papa, è un’emozione indescrivibile che aumenta sempre più e che raggiunge il culmine nel momento in cui i miei occhi si posano sulla finestra chiusa del palazzo apostolico. Quella finestra che tutto il mondo aveva guardato con religioso silenzio pregando per Giovanni Paolo II, quella stessa finestra che quasi in contraddizione si è accesa solo alla morte del Papa.
In piazza tutti si chiedono chi possa essere il nuovo pontefice, c’è chi si aspetta, me ed Antonio compresi, Martini, chi come i due tedeschi che ci stanno davanti sperano in Ratzinger. Sono le 18,40 la piazza ha raggiunto la sua massima capienza, non c’è più uno spazio vuoto, la gente è in trepidazione, c’è chi comincia ad urlare "Abemus papam!!", chi per stemperare la tensione agita la bandiera del proprio paese: Germania, Brasile, Spagna, Usa ect., addirittura accanto a me ed Antonio una bandiera scozzese.
Il segreto che solo i cardinali elettori conoscono sta per essere svelato, dalla balconata della loggia centrale della Basilica viene calato lo stendardo con ancora lo stemma di papa Wojtyla. Esce il protodiacono Medina Estevez che con enfasi alla "Chi vuol essere milionario?" pronuncia le fatidiche parole: "Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Josephum, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger, qui sibi nomen imposuit Benedicti XVI".
La folla esplode di gioia, il successore di Pietro è il cardinale Ratzinger. L’emozione è indescrivibile, il solo pensiero di aver assistito in prima persona ad un evento così importante e storico mi fa venire la pelle d’oca. Qualcuno prova timidamente ad intonare il coro "Benedetto!!", come si faceva per Giovanni Paolo, ma è ancora troppo presto per farlo, difficile dimenticare un Papa come Wojtila. Le prime parole di Papa Benedetto XVI sono semplici ma significative, il pubblico apprezza e spera che questo "umile lavoratore nella vigna di Dio" sia un degno successore di Giovanni Paolo II.
Giovanni Mirenna